sabato 27 settembre 2008

Schiavitù oh mia schiavitù

Il problema della prostitute ai bordi delle nostre strade è un argomento di discussione particolarmente gettonato in questo giorni. Si sta cercando in tutti i modi di togliere questa fastidiosa visione dai nostri occhi, ricorrendo agli strumenti che le leggi, nuove o già esistenti, mettono a disposizione delle forze dell'ordine. Io voglio vedere questa situazione da un'altro punto di vista, banale quanto vogliamo ma sicuramente più significativo, almeno per me: dobbiamo risolvere il problema della schiavitù delle prostitute, e non della prostituzione in sè. Provate per un attimo a mettervi nei panni di una di quelle povere ragazze costrette a battere sui nostri marciapiedi; pensate come vi sentireste se qualcuno, in pieno ventunesimo secolo, vi costringesse attraverso botte, ricatti, costrizioni a soggiogare alle sue condizioni; pensate soprattutto come vi sentireste se tutto questo avvenisse ogni giorno, in pieno pubblico, davanti a tutti, in una nazione del G8 come l'Italia, senza che nessuno facesse niente per salvarvi ma anzi vi accusasse di essere contro la morale e/o la decenza e/o il buoncostume. Dobbiamo liberare i marciapiedi dalle prostitute ma non perchè il loro lavoro è deprecabile, ma perchè la maggior parte di loro sono schiave che non hanno alcuna possibilità di reagire e che anzi, se non riescono a portare a casa ogni sera il minimo richiesto, rischiano di venire uccise. Diamo una mano a queste ragazze ridotte in schiavitù: ce le abbiamo davanti ogni sera, non dobbiamo nemmeno andarle a cercare! Facciamo leggi che aiutino concretamente a debellare una tale tragedia. Per chi invece vuole liberamente vendere il proprio corpo, troviamo modi e possibilità (consapevoli che la morale di qualcuno non può impedire ad ognuno di fare un libero scambio corpo-denaro). Io dico quindi: scendiamo in piazza, gridiamo contro questa tragedia che si consuma quotidianamente sotto i nostri occhi, dimostriamo una vera solidarietà spinta da fini altruistici e non politici o finto-moralistici!

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