sabato 27 ottobre 2007

La lingua open source

Pensate come sarebbe bello se potessimo facilmente comprenderci con gli abitanti di altre nazioni. Attualmente, quando va bene, ci si sforza di usare una specie di inglese minimale, con gravi difficoltà e senza la possibilità di scambiarsi veramente informazioni complete. Una soluzione ci sarebbe: studiare tutti, come seconda lingua straniera, una lingua semplice, regolare, il cui apprendimento completo possa essere svolto in un anno di studio al massimo, e che quindi, senza problemi, possa diventare uno strumento comune di comprensione, facilmente disponibile per tutti senza particolari sforzi. Un linguaggio di questo tipo dovrebbe in più non essere "proprietario", per evitare che lo studio diffuso e generalizzato possa essere visto come una imposizione imperialista. Dovrebbe essere un linguaggio "di tutti", veramente open source, senza alcun copyright. Esiste un linguaggio del genere? Chiedete a Zamenhof...

giovedì 25 ottobre 2007

Il nostro mondo è dominato dal consumismo, e questo lo sappiamo bene. Fondamentalmente, tutto ciò significa che qualcuno ci instilla bisogni e desideri e noi, pensando che questi bisogni indotti siano in realtà bisogni primari, ci danniamo l'anima per soddisfarli. Ora, visto che la felicità è soprattutto l'accontentarsi di quello che si ha, l'idea di non avere è di per se stesso uno strumento di infelicità, o quantomeno di insoddisfazione; inoltre, il bisogno di indurre sempre nuovi desideri per alimentare la foga dei consumi, spinge la massa dei produttori a inventare sempre nuovi metodi per solleticare la massa dei consumatori. Che bello tutto questo! Bisognerebbe ogni tanto fermarsi e chiedersi: quali sono i reali bisogni personali? Mangiare, bere, riposarsi, fare sesso e avere rapporti interpersonali. Tutto il resto? Tutto il resto fa parte di un meccanismo, ed io a volte da questo meccanismo mi sento stritolato!