mercoledì 12 dicembre 2007

La democrazia

Cos'è la democrazia? Si suppone che sia la partecipazione del popolo all'attività politica. Tale partecipazione non è mai diretta, ma mediata attraverso rappresentanti. Succede però che tali rappresentanti diventino una oligarchia, nel senso che si insediano in modo tale da rendere difficile scalzarli. La democrazia diventa quindi una contrapposizione tra una serie di gruppi di potere, ognuno dei quali dovrebbe rappresentare interessi differenti; ma questi interessi sempre più spesso divergono dalle reali esigenze del popolo, per diventare interessi di parte. Quindi, c'è una contrapposizione tra gli interessi dei partiti con quelli dei sindacati con quelli della confindustria con quelli dei magistrati con quelli dei rappresentanti di categoria ecc. Ne deriva che la parola stessa democrazia assume una forma diversa, nel senso che non si può più parlare di "governo del popolo", ma di "governo di pluralità", contrapposto invece a forme di governo in cui la pluralità non c'è (i regimi). Chi ci impedisce però di recupare il vero valore della democrazia? In un epoca in cui internet permette la partecipazione di chiunque (o quasi, nel senso che permette la partecipazione solo degli alfabetizzati informatici, ma su questo si può agire...) al libero pensare, bisognerebbe rimodulare il concetto di democrazia, attraverso un vero coinvolgimento del popolo. Ma, a pensarci bene, questo può far piacere ai gruppi di potere attuali? E' forse per questo che Beppe Grillo, che parla di democrazia di Internet, ha fatto paura?

mercoledì 7 novembre 2007

Il razzismo

Ho scoperto con dispiacere di essere razzista. Finora, se me lo avessero chiesto, avrei risposto nettamente di no, anche perchè ho sempre condannato questo tipo di idee. Però, mi sono trovato a chiedermi: se fossi un datore di lavoro, assumerei mai uno zingaro? La risposta, di getto, è no. Senza preoccuparmi di guardare oltre. Lo zingaro è una persona: la prima cosa di cui mi sarei dovuto preoccupare è se questa persona è adatta al mio lavoro, se è effettivamente la persona che sto cercando. Invece, il semplice fatto di averlo inserito in una categoria lo ha reso inadatto. Il razzismo è questo: connotare negativamente una persona per il semplice fatto di appartenere ad una categoria. Gli zingari rubano, vivono ai margini della società, sono sporchi: ma se io fossi uno zingaro, e fossi escluso dalla possibilità di lavorare, di trovare una casa, per il semplice fatto di appartenere a questa etnia, cosa altro potrei fare se non rubare?

sabato 27 ottobre 2007

La lingua open source

Pensate come sarebbe bello se potessimo facilmente comprenderci con gli abitanti di altre nazioni. Attualmente, quando va bene, ci si sforza di usare una specie di inglese minimale, con gravi difficoltà e senza la possibilità di scambiarsi veramente informazioni complete. Una soluzione ci sarebbe: studiare tutti, come seconda lingua straniera, una lingua semplice, regolare, il cui apprendimento completo possa essere svolto in un anno di studio al massimo, e che quindi, senza problemi, possa diventare uno strumento comune di comprensione, facilmente disponibile per tutti senza particolari sforzi. Un linguaggio di questo tipo dovrebbe in più non essere "proprietario", per evitare che lo studio diffuso e generalizzato possa essere visto come una imposizione imperialista. Dovrebbe essere un linguaggio "di tutti", veramente open source, senza alcun copyright. Esiste un linguaggio del genere? Chiedete a Zamenhof...

giovedì 25 ottobre 2007

Il nostro mondo è dominato dal consumismo, e questo lo sappiamo bene. Fondamentalmente, tutto ciò significa che qualcuno ci instilla bisogni e desideri e noi, pensando che questi bisogni indotti siano in realtà bisogni primari, ci danniamo l'anima per soddisfarli. Ora, visto che la felicità è soprattutto l'accontentarsi di quello che si ha, l'idea di non avere è di per se stesso uno strumento di infelicità, o quantomeno di insoddisfazione; inoltre, il bisogno di indurre sempre nuovi desideri per alimentare la foga dei consumi, spinge la massa dei produttori a inventare sempre nuovi metodi per solleticare la massa dei consumatori. Che bello tutto questo! Bisognerebbe ogni tanto fermarsi e chiedersi: quali sono i reali bisogni personali? Mangiare, bere, riposarsi, fare sesso e avere rapporti interpersonali. Tutto il resto? Tutto il resto fa parte di un meccanismo, ed io a volte da questo meccanismo mi sento stritolato!