lunedì 4 agosto 2008

La concorrenza

Leggo sui giornali di questi giorni che l'economia è in crisi e che i consumi si sono ridotti. A parte la banalità di tali articoli, che riguardano situazioni che ognuno di noi conosce da anni e che riportano ovviamente e tristemente all'impoverimento degli italiani, ciò che colpisce è il fatto che, ad una situazione di diminuzione costante della domanda (di beni, di servizi, di tutto), non segua una corrispondente diminuzione dei prezzi (ossia deflazione, tanto temuta dagli economisti quanto, in teoria, ovvia conseguenza della situazione economica). In un paese economicamente libero e con un consumismo "di mercato", i "venditori" (di beni, di servizi, di tutto) dovrebbero fare a gara ad accaparrarsi i pochi acquirenti rimasti attraverso sconti, offerte speciali, frizzi, balli e quant'altro. Tutto ciò, porterebbe automaticamente ad un abbassamento generalizzato dei prezzi (col rischio di un crollo degli stessi ed una frenata dei consumi in attesa di ulteriori ribassi: è per questo che gli economisti temono una situazione del genere, con l'aggravante dell'aumento "reale" del costo degli interessi sul debito pubblico per lo stato). Quello che stiamo vivendo è invece una situazione in cui, alla diminuzione della domanda, segue un aumento dei prezzi (la cosiddetta stagflazione, ancora più temuta e pericolosa della deflazione perchè l'offerta non può essere soddisfatta visto che i soldi non ci sono). La domanda vera è: perchè i prezzi non diminuiscono? Ci sono forse resistenze (psicologiche? cartelli?) da parte dei "venditori"? Se non ricordo male (ma potrei anche sbagliarmi), fare "cartello" è una attività contro la libera concorrenza ed il mercato, contro cui dovrebbe intervenire l'Antitrust. Siamo qui in attesa, anche perchè, la deflazione "controllata" è sicuramente meglio della stagflazione. Ricordate l'Argentina? Lì la miopia complessiva portò il paese sull'orlo della bancarotta: alla diminuzione della domanda seguiva un'aumento dei prezzi, con conseguente diminuzione della domanda in una spirale viziosa dalla quale fu impossibile uscire. Invece, se si agisce in tempo e con coscienza della situazione, la deflazione può essere controllata: i prezzi devono scendere per scelta e non per necessità, ed in questo caso la diminuzione può fare da volano per l'economia perchè può rimettere in moto i consumi. Ci deve essere una lungimiranza dello Stato ed un accordo di molte parti sociali, ma questa è l'unica strada percorribile per tirar fuori l'Italia dalla situazione economica grave che stiamo vivendo. Iniziamo ad esempio ad abbassare i prezzi dei carburanti tagliano le accise, e pretendiamo che a seguito di questa diminuzione ci sia una diminuazione di tutto ciò che è legato ai trasporti, in maniera diretta o inderetta (ossia, praticamente tutto!) Uno Stato vero, può farlo. Allora, cosa aspettiamo?

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